Il Castello Aghinolfi – La storia
Il colle dove sorge il Castello Aghinolfi domina tutta la valle del torrente Montignoso, a guardia della costa distante solo quattro chilometri.
Il Re Astolfo (longobardo) nel 753 fece dono ad un suo parente, di un terreno nella zona.
Non si ha la certezza che il castello sia stato costruito proprio dal Re ma, il nome di Castello di Aghinolfo ha chiaramente origini longobarde.
A quei tempi era una fortezza molto potente, forse la maggiore di tutta la zona e gli abitanti dei dintorni si rifugiavano al suo interno in caso di attacchi nemici.
Ma di questa antica fortezza esistente fin dal 753, non è rimasto niente dati i numerosi interventi di ripristino avvenuti nei secoli.
Dal Re Aghinolfo, il castello passò alla Repubblica Lucchese nel 1376 per poi essere ceduto, successivamente, a Carlo VIII Re di Francia.
Già migliorato, dal punto di vista difensivo, sotto la Repubblica Lucchese venne ampliato ulteriormente e dotato di torri molto alte e di una cinta muraria che circondava un’area di diecimila metri, divisa in tre parti.
Nella prima parte sorgevano edifici per gli abitanti di Montignoso che, durante i periodi di pace, erano usati come magazzini.
Nella seconda parte si accedeva mediante un ponte levatoio che collegava ad un altra serie di abitazioni.
Nella terza e ultima parte sorgeva il Castello collocato sulla cima della collina.
Ed è proprio quello che possiamo ammirare oggi, restaurato a partire dal 1998 con il Mastio ottagonale collegato alla torre rotonda da murature in pietra.
Sulla cima del mastio si apre la grande cisterna che raccoglieva l’acqua piovana.
Il castello era dotato di una cappellina e di un mulino.
Non ci sono testimonianze che attestino l’espugnazione della fortezza durante le battaglie combattute nei secoli ma, nel XVI secolo la malaria decimò la popolazione di tutta la zona.
Quando il castello fu abbandonato dalla Repubblica Lucchese nel 1799, questa fortezza subì la sorte di molte altre e venne depredata in seguito all’invasione Giacobina.
Ogni materiale utile alla costruzione di case come travi, finestre di legno, pietre e mattoni, fu smantellato per essere riutilizzato in altri luoghi.
Per due secoli il castello fu abbandonato al suo triste destino subendo molti crolli in varie parti del mastio e delle mura.
Ma, nonostante tutto, non ha mai perso il suo fascino di roccaforte a guardia della valle ed ha continuato ad essere una meta per la gente che abitava la zona.
Quando il tempo lo permetteva, molti si arrampicavano sulla collina per ammirare il suggestivo panorama della costa dall’alto delle sue mura cadenti, guardando stupendi tramonti.
Questo piccolo maniero dimenticato dai Reali è rimasto, però, nel cuore degli abitanti affezionati alle sue vestigia di pietra che hanno continuato a sognare tra i suoi romantici ruderi.
Grazie ai lavori di restauro del Comune di Montignoso, dal 2001 il Castello Aghinolfi ha finalmente avuto la sua meritata rinascita ed è stato aperto al pubblico.
All’interno del Mastio, sotto un pavimento in vetro, è possibile ammirare l’antica stratigrafia; gli oggetti e il vasellame recuperati sono esposti nelle teche.
Inoltre, è possible visitare il parco archeologico attraverso i percorsi lungo la cinta muraria.
Il Mastio ottagonale
L’apertura nella parte alta del prospetto verso destra, costituiva l’ingresso principale del mastio ed era posta ad una quota così alta per avere una maggiore difensibilità.
Tramite una scala di legno esterna si accedeva a questa porta difficilmente attaccabile dalle artiglierie.
L’ingresso è stato utilizzato fino al XVI secolo.
Segreti…….
Sembra che il castello fosse dotato di un passaggio segreto che, in caso di necessità, dal Mastio ottagonale permetteva di uscire all’esterno.
Ma questo passaggio esiste ancora? A cosa serviva veramente?
E dove potrebbe essere l’entrata che porta nel tunnel sotterraneo?