Dilmun8 - Copia

 

ENKI Signore delle acque sotterranee

Vive con la moglie nel paradiso di Dilmun

” La terra di Dilmun è un luogo puro,la terra di Dilmun è un luogo pulito.

La terra di Dilmun è un luogo luminoso : Colui che è solo se stesso giù nel Dilmun, il luogo, dopo che Enki si è pulito, quel luogo è luminoso”.

 

QAL’ AT AL BAHRAIN : PORTO ANTICO E CAPITALE DI DILMUN

Il sito di Qal’at al Bahrain è un tipico tell, una collinetta artificiali  di molti strati (mt 300 x 600) creati da varie civiltà che si sono susseguite nei secoli e che testimoniano la presenza umana sul luogo dal 2300 a.C. fino al XVI secolo d.C.

Le strutture emerse dagli scavi sono di diverse tipologie, residenziali, pubbliche, commerciali, religiose e militari.

Il sito era un importante porto commerciale e capitale di Dilmun.

Questa civiltà, una delle più importanti della regione, finora è conosciuta solo tramite riferimenti scritti sumeri.

Il Porto Antico è diviso in quattro zone principali : un tell archeologico (collina artificiale stratificata) di oltre sedici ettari adiacente alla costa settentrionale del Bahrain, una torre a nord-ovest del tell, un canale di mare vicino alla torre ed i palmeti.

Il sito è circondato da palmeti e giardini agricoli tradizionali.

 

Palme da dattero

Palme da dattero

Il tell archeologico è il più grande conosciuto nel Bahrain ed è un esempio unico completo di sequenza stratigrafica intatta presente nell’intera regione dell’Arabia orientale e nel Golfo.

Il tessuto urbano è perfettamente conservato ed i reperti trovati dagli archeologi durante gli scavi, sono molto significativi.

La torre mare, probabilmente un antico faro, è l’unico esempio, nella regione, di architettura  marittima ed è la dimostrazione dell’importanza commerciale che aveva questa città nell’antichità.

L’imponente fortezza portoghese si trova sulla parte superiore del tumulo.

Qal’at al Bahrain è considerata la capitale dell’antico impero Dilmun e il porto originale era il centro delle attività commerciali che collegavano l’agricoltura tradizionale di terra ( rappresentata  dai palmeti e giardini tradizionali risalenti all’antichità ma, che ancora esistono) con il commercio marittimo tra diverse zone come la Valle dell’Indo e la Mesopotamia nel primo periodo, la Cina e il Mediterraneo nel periodo successivo.

Questo incontro di culture, di lingue e di credenze diverse ha reso il luogo straordinariamente importante e la sua architettura, perfettamente conservata, è un esempio costruttivo notevole.

I palazzi di Dilmun sono esempi unici di architettura pubblica di queste culture ed hanno condizionato il modo di costruire dell’intera regione.

L’importante città portuale, riflette lo stile generato dall’incontro di persone con tradizioni e culture provenienti da diverse parti del mondo ed è una delle caratteristiche che la distinguono.

Le sue fortificazioni sono i migliori esempi di opere di difesa dal III secolo a.C. al XVI secolo d.C.

I palmeti proteggono e circondano il sito e marcano il paesaggio agricolo della regione.

La fortezza

La fortezza

 

Palmeti

Palmeti

 

La trama urbana

La trama urbana

 

La trama urbana del sito

La trama urbana del sito

 

Dal XVI secolo fino all’abbandono, il sito è servito principalmente per scopi militari.

Il vecchio canale di accesso tagliava la barriera corallina ed era il motivo che ha reso privilegiato il sito per secoli.

Con il tempo si è quasi completamente insabbiato e poteva essere attraversato con piccole imbarcazioni e solo con l’alta marea.

E’ stato questo il motivo principale del completo abbandono di Qal’at al Bahrain.

 

Madbasa

TECNICHE TRADIZIONALI

Il madbasa è una struttura utilizzata per la  fermentazione dei datteri ed è una delle tecniche più antiche nel mondo, ancora oggi usata in questa zona.

In una stanza poco illuminata e con il pavimento di gesso suddiviso da piccole canalette, vengono ammucchiati i datteri che fermenteranno con il calore.

Il pavimento è leggermente inclinato per direzionare lo sciroppo,attraverso un canale principale, in una zona dove verrà, successivamente, raccolto

La continuità dell’uso di pratiche agricole tradizionali dal I millennio a.C. ad oggi, dimostra che la regione è un esempio singolare di antico paesaggio con elementi culturali e naturali legati alle tradizioni.

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Madbasa per la fermentazione dei datteri

Madbasa per la fermentazione dei datteri

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I RAPPORTI COMMERCIALI TRA LA MESOPOTAMIA E LA VALLE DELL’INDO

In alcuni testi cuneiformi mesopotamici che partono dall’epoca sargonide (2250 a.C.), si parla del commercio della città di Ur con paesi stranieri : Dilmun (Bahrain), Makkan (Oman) e Meluhha (Regione dell’Indo).

L’identificazione di Dilmun è confermata dalla presenza di ceramica tipica del periodo Obeid in Arabia Saudita sin dal V millennio.

I resti archeologici dimostrano che Dilmun entrò nel suo periodo di massima prosperità economica verso il 2500 a.C.

Makkan è citata per le importazioni di rame e pietra (diorite).

Verso il 2500 a.C. nelle più antiche tombe monumentali dell’Oman, sono stati trovati resti di ceramica e ornamenti in stile mesopotamico.

Da Meluhha si importavano legni, rame ( di una qualità diversa da quello dell’Oman) pietre rosse (corniola) e avorio.

E’ possibile che in Mesopotamia lavorassero stabilmante mestranze artigianali straniere ; artigiani indiani con l’intermediazione di popoli costieri specializzati nei trasporti marittimi.

I resti archeologici che testimoniano questi scambi sono ancora pochi.

E’ possibile anche che avvennissero scambi di merci deperibili come il cotone, le spezie, il legno.

I sigilli indiani, trovati in Mesopotamia, risalgono al periodo di re Sargon e alla dinastia successiva di Isin-Larsa.

La maturità delle civiltà dell’Indo, probabilmente, è databile fra il 2550 e il 2050 a.C.

 

Sigillo di steatite della civiltà dell'Indo (2500 a.C. circa)

Sigillo di steatite della civiltà dell’Indo (2500 a.C. circa)

 

 

Dio Enki

”La sua città Beve l’ Acqua dell’Abbondanza, Dilmun Beve l’Acqua dell’Abbondanza, i suoi pozzi di acqua amara, si sono tramutati in pozzi di acqua buona.

I suoi campi e le sue fattorie producono colture e cereali.

La sua città, ecco che è diventata la casa delle banche e le banchine della terra”

Enki

Enki

 

 

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