Gerico rosa

 

 

Il nome arabo della città palestinese di  Gerico  è Ariha ; profumo di giardino.

L’insediamento attuale è molto cambiato rispetto alla Gerico ritenuta la città più antica del mondo.

Conserva, comunque, una lussureggiante oasi di palme da dattero ed è inserita tra wadi ricchi di sorgenti.

Proprio per questo motivo è detta città delle palme.

Circondata dal deserto è un polo verde ricco di giardini, strade alberate e piante da frutto ed è la testimonianza della possibilità  di creare forme di vita anche in condizioni di aridità estrema.

Così come la rosa di Gerico che durante la stagione buona vive vicino alle pozze d’acqua e nel periodo di estrema siccità perde tutta l’acqua seccando totalmente.

Si chiude su se stessa trasformandosi in un intreccio di rami secchi, di forma sferica, spinta dal vento rotola sulla sabbia.

La pioggia la farà rinascere.

Questo cespuglio così straordinario, viene chiamato pianta della resurrezione.

Ed è proprio come la città in cui nasce, risorta molte e molte volte sui resti di altri insediamenti distrutti dai suoi invasori.

Non potrebbe esserci pianta più perfetta di questa rosa per una città come Gerico.
La città più antica ha, naturalmente, una storia lunga e travagliata ma, le sue vestigia fanno onore al nome che porta.

 

La torre circolare nelle mura di cinta dell'insediamento protourbano di Gerico risalenti all'VIII millennio a.C.

La torre circolare nelle mura di cinta dell’insediamento protourbano di Gerico risalenti all’VIII millennio a.C.

 

L'interno della torre e la sezione

L’interno della torre e la sezione

 

Questa enigmatica struttura chiamata ”torre” di Gerico è ancora oggetto di studi e il suo vero scopo non è ancora ben chiaro.

Tra tutte le varie ipotesi formulate sulla funzione di questa costruzione in pietra massiccia, la più plausibile mi è sembrata quella che la identifica come un’ambiente utilizzato per riti cultuali.

Dalla piccola apertura sulla parte superiore della torre, si accede ad una scala che conduce ad un ambiente ipogeo.

Le popolazioni che vivevano sulle montagne, si spostarono nella depressione dove sorge l’attuale Gerico.

Erano cacciatori-raccoglitori che praticavano riti sciamani propiziatori sacri e di fecondità.

La scala che sale rappresenta l’ascesa verso il cielo e riporta ai voli simbolici degli sciamani.

E’ possibile, quindi, che i primi abitanti di Gerico abbiano riprodotto una costruzione con una camera ipogea per celebrare i loro riti sacri.

Vasca di raccolta dell'acqua

Vasca di raccolta dell’acqua

 

Gerico è situata in Palestina, nella depressione del mar Morto a ovest del fiume Giordano.

Gli scavi del sito originario hanno portato alla luce i resti di un insediamento protoneolitico (X millennio) sul quale si sviluppò una cultura protourbana nel neolitico preceramico A (ca. 8350 – 7350).

La formazione urbana di Gerico avviene grazie alla sua favorevole posizione geografica, al centro di un’ oasi, l’unica zona irrigata nell’aridissima depressione del mar Morto.

Oltre alla coltivazione di grano, orzo, lenticchie e piselli la caccia era la risorsa maggiore.

L’insediamento era formato da abitazioni a pianta circolare che avevano fondamenta di pietra e forse anche una struttura superiore di argilla.

Queste costruzioni rappresentavano uno stadio intermedio tra la caverna e il villaggio.

Le pareti di pietra grezza si trovano nelle regioni dove questo materiale era facilmente reperibile.

In altri luoghi si usava l’argilla essiccata al sole che divenne il materiale più comune per costruire.

Si mescolava con paglia e venivano formate delle piastre oggi chiamate ”adobe”(terra cruda).

Questo metodo fu sostituito dall’uso di mattoni prefabbricati, modellati in uno stampo rettangolare di legno ed essiccati al sole.

Con questo metodo si potevano costruire abitazioni provviste di stanze rettangolari con tetto di legno.

Le pareti interne ed i pavimenti venivano intonacati con uno strato di gesso dipinto e lucidato in superficie con una pietra levigata.

La Gerico del preceramico B (7000 – 6000) sorse sulle rovine del precedente insediamento ed aveva edifici con funzioni pubbliche e sacre.

Dopo una lunga crisi, Gerico conosce una nuova fase urbana nel 3200 – 3100.

Resta solo una cinta con segni di numerose riparazioni e una traccia di tessuto urbano con abitazioni costruite con impiego di legno nelle strutture.

La crisi dell’urbanizzazione alla fine del Bronzo Antico porterà all’abbandono di Gerico (2200 -2000).

All’inizio del II millennio la città viene rioccupata stabilmente e nel XIX secolo a.C. verrà costruita una cinta muraria a terrapieno.

Nel XVI secolo Gerico subisce un’altra distruzione.

Un successivo insediamento risale al XV secolo.

Nel 587 a.C. la città fu nuovamente distrutta dal Re babilonese Nabucodonosor.

Diventò parte dell’impero persiano e nel IV secolo a.C.,dopo essersi ribellata al Re Antaserse III, venne di nuovo distrutta da quest’ultimo.

Il susseguirsi delle fasi di distruzione e ricostruzione del sito, si ripeterà molte volte nel corso dei secoli.

Dal 1099 al 1187 la città fu conquistata e controllata dai crociati cristiani ed è il sito dove sorge l’attuale Gerico.

 

I giardini dell'oasi

I giardini dell’oasi

 

Come la rosa di Gerico molti organismi vegetali vivono nell’ambiente desertico.

Così come molti animali che sopravvivono grazie alla trasformazione e all’adattamento estremo  fino ad arrivare all’equilibrio di un insieme biologico specifico.

Sono processi spontanei della natura e l’uomo, attraverso la creazione artificiale delle oasi, completa il quadro ecologico.

In un ambiente ostile dove i vincoli sono maggiori, date le condizioni estreme del clima, l’uomo trasforma il suo habitat mantenendosi entro limiti precisi dettati dalle condizioni naturali e stabilisce un equilibrio con le poche risorse presenti.

Allo stesso modo delle piante, le popolazioni umane apprendono come sfruttare in modo parzimonioso l’energia ed imparano a proteggere l’abitato dal clima compattandolo in cellule chiuse ed autosufficienti.

 

Percorrendo lo wadi prima di arrivare a Gerico

Percorrendo lo wadi prima di arrivare a Gerico

 

Vasche intonacate per la raccolta dell'acqua

Vasche intonacate per la raccolta dell’acqua

 

Laconicum delle terme

Laconicum delle terme

 

Vasche di raccolta dell'acqua (103 - 76 a.C.)

Vasche di raccolta dell’acqua (103 – 76 a.C.)

 

Vasca di raccolta dell'acqua

Vasca di raccolta dell’acqua

 

L’ecosistema dell’oasi, quindi, come modello di  microcosmo che basa la sua esistenza sul ciclo integrato dei rifiuti organici e impiegando ogni singola risorsa in modo adeguato per garantire la sopravvivenza di tutti gli elementi che la compongono.

 

Monastero della Quarantena

Monastero della Quarantena

 

 

 

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